Visita guidata – Abbazia olivetana di San Nicola

Vita, arte e architettura nell’abbazia di Rodengo Saiano in Franciacorta

Chi sono gli Olivetani? Come trascorrono il loro tempo? Come scandiscono le ore della giornata? Come sono organizzati gli spazi all’interno dell’abbazia e per quali motivi? Quale compito si assegna all’architettura e quale all’arte? Quali racconti si destinano agli ospiti e quali precetti i monaci riservano a sé? La visita guidata all’abbazia olivetana di San Nicola è una occasione unica per conoscere la vita quotidiana di una comunità monastica, per esplorarne gli spazi e gli ambienti, per trovarsi circondati da un gran numero di opere d’arte pensate e organizzate, nel corso di moltissimi secoli, allo scopo di fornire una efficace e meravigliosa guida spirituale a chiunque ne varchi l’ingresso.

Tre sono i chiostri, diversi per dimensioni ed atmosfera, intorno ai quali si organizzano tutti gli ambienti necessari alla vita scandita dalla regola benedettina dell’ora et labora, regola che non ammette momenti di ozio in quanto causa di tutti i vizi umani.

Visiteremo insieme, oltre alla chiesa, il chiostro della Porta, quello della Cisterna e il chiostro Grande; la Sala capitolare, in cui si riuniva la comunità monastica per prendere decisioni relative alla vita spirituale e materiale; la sagrestia; il refettorio della foresteria riservato agli ospiti, con i suoi intensi affreschi dipinti da Romanino, uno dei più grandi artisti del nostro Rinascimento; il refettorio per i soli monaci preceduto dal bellissimo anti-refettorio, uno dei gioielli artistici della Franciacorta, completamente affrescato nel XVI secolo da Lattanzio Gambara; l’infermeria; la sala del forno che, oltre agli affreschi, presenta un rarissimo forno cinquecentesco per il pane.

Fu Papa Eugenio IV ad affidare, a metà ‘400, il monastero di Rodengo Saiano ai monaci del Monte Oliveto. Fondato probabilmente nell’XI secolo dai monaci cluniacensi, si trovava ormai in condizioni di profonda decadenza. Profonda la decadenza, profonda la ristrutturazione, da parte dei nuovi residenti, sia della chiesa che degli ambienti del monastero. A partire dal 1478 iniziarono i grandi lavori di rinnovamento che mai gli Olivetani dimenticarono di aggiornare. Lo spettacolo di cui si può godere è grande e presenta architetture, affreschi, tele e marmi che mostrano tutta l’evoluzione dell’arte dal ‘400 al ‘700 con la presenza di nomi molto importanti, su tutti: Moretto, Romanino e Lattanzio Gambara.

Non manca una forma particolarmente rappresentativa del campionario artistico monastico: l’intarsio. Ad attirare l’attenzione sugli affascinanti risultati che si possono ottenere con questa tecnica è il coro della chiesa. Sugli schienali dei 43 sedili eleganti tarsìe alla “certosina” mostrano prospettive architettoniche e nature morte con frutta, ampolle, oggetti da studio… La loro funzione è quella di esortare i monaci ad evitare vizi e coltivare virtù: scansare l’invidia e praticare l’amicizia; riflettere sulla fugacità del tempo; migliorare se stessi per mezzo dell’amore e dello studio; essere pronti alla preghiera liturgica.

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Abbazia di San Nicola

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Chiostro della Porta

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Coro della chiesa

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Sacrestia

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Refettorio grande

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Paricolare della crocifissione del refettorio

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Affresco di Romanino, foresteria

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Antirefettorio

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Soffitto dell’antirefettorio